Behringer EP2500

Egr. sig.ri,
ho letto che lo stesso Renato Giussani, utilizza un Behringer EP2500 come ampli tra un pre McIntosh e i suoi diffusori, a prima vista l’uso del EP2500 sembra un fatto a dir poco “abominevole” agli occhi di audiofili abituati a dover pagare almeno 3-4 mila Euro per un ampli HI-FI, decente?.
Come può un Ampli da poche centinaia di euro suonare bene quando i normali ampli HI-FI o HIGH-END costano cifre che partono da dieci volte in su un povero Behringer?
Si tratta solo della potenza disponibile, sicuramente elevata per l’ EP2500? Della sua classe di funzionamento? Classe H? Del progetto e realizzazione? O da cos’altro?
E’ dunque una scelta possibile anche per l’audiofilo medio?
Può dare qualche lume a noi audiofili, che sempre più spesso mi sembra essere un po’ presi per il naso, quando ci vengono richieste cifre da capogiro per un ampli da 100 Watt?
Distinti Saluti

Alessandro Celli (Porcari – LUCCA)


Gent. Sig. Celli,

non creda che la sua domanda possa avere una risposta semplicissima… Tagliata con l’accetta…
Confermo che a casa mia, sia per i miei ascolti personali che per tutti quelli collettivi avvenuti in occasione delle innumerevoli Cene organizzate per mettere a punto insieme i progetti che regalo attraverso Audioplay, l’impianto prevede prevalentemente l’uso di un amplificatore finale Behringer EP2500.

Questo non vuole automaticamente dire che quel finale venga considerato migliore in assoluto rispetto a qualsiasi altro…

Significa solamente che, nel mio impianto e per l’uso previsto, è considerato in grado di assolvere egregiamente il compito che gli viene affidato.

A casa mia sono presenti (lo può ben immaginare) anche diversi altri amplificatori funzionanti più o meno bene.

Qui citerò per cominciare gli stessi stadi finali dell’integrato McIntosh che attualmente uso solo come “pre”, cioé questo:
– MA6800
– 2 Channel, 150 Watts per Channel
– Full Featured Remote Control
– Output Watt Meters
– Seperate Record and Listen Selector
– Listen and Record Processor Loops
– Eight High level Inputs
– Power Guard and Sentry monitor
– The Magnificent Output Autoformer
– Headphone Output Jack

Poi, ho anche un finalino a valvole da circa 10 Watt per canale e, tanto per non dimenticarmene, il mio integrato d’epoca Sansui AU 8500 e l’Eico ST-70 costruito da me (era un Kit) nel 1965.

Questo non vuol dire che non possa utilizzare alla bisogna più o meno quello che mi pare (magari in prestito).

Ma, vede, con…

– L’EP2500 per pilotare le casse più “difficili” e per quando si vuole essere assolutamente certi di non ascoltare il “suono del finale” (magari solo perché sta comprimendo alcuni picchi o perché con un fattore di smorzamento bassino non si sta interfacciando bene con le casse impiegate)…
– Il piccolo a valvole per enfatizzare quel che succede con questa categoria di finali…
– I finali del McIntosh quando voglio essere assolutamente sicuro di avere un interfacciamento ottimale fra la sezione pre e quelle finali quando avessi un sia pur minimo dubbio. Oltre a poter verificare cosa succederebbe con una Headroom inferiore ma non troppo…
– Gli integrati d’epoca (ben manutenuti) per confermare, ogni volta che lo vogliamo, che dagli anni 60/70 ad oggi tutti questi progressi nell’amplificazione non è che ci siano poi stati davvero…

Credo che per le casse che vado a progettare non ci sia proprio bisogno d’altro.

Quanto ai miei ascolti, in effetti è un po’ che ai finali del McIntosh sto preferendo il Behringer, ma il motivo non ha proprio nulla di “esoterico”.

In realtà la differenza fra i due (usando il McIntosh entro i limiti dei suoi 150+150 Watt) non sarebbe poi così importante da far preferire nettamente l’uno all’altro. Se non che, il McIntosh l’ho appoggiato su una libreria vicino (dietro) al divano di ascolto. E così i cavi che lo collegavano alle casse erano molto lunghi e raggiungevano circa 0,5 ohm per ciascuna cassa. Inoltre, avendo progettato il TFS, mi era venuta voglia di vedere come si sarebbe comportato con una potenza massima congruente con le sue elevate capacità di “digestione”.

Ecco quindi che l’EP2500 era proprio quello che mi serviva. Posizionato in mezzo alle casse mi ha consentito di ridurre notevolmente la lunghezza dei cavi e con essa la loro resistenza, mentre la “centrale di comando” è rimasta dov’era…

Certo, il Behringer ha una ventolina abbastanza rumorosa e quindi per il mio uso ho dovuto rallentarne di molto la velocità di rotazione.

E così trattato fa esattamente quello che deve: modula la CC che gli viene fornita dal suo mostruoso stadio di alimentazione e rende disponibile ai suoi morsetti di uscita un segnale la cui forma è identica a quella di ingresso, senza per questo costringere gli ascoltatori ad accettare una “presenza ingombrante” e senza avere costretto me ad un esborso ingiustificato.
Certo, l’estetica non è il massimo. Però, sia per quanto riguarda le prestazioni che anche quanto a versatilità d’uso, affidabilità e prevedibile durata senza problemi… Me la sentirei di scommetterci parecchio.