Udibilità e studio oggettivo delle differenze qualitative fra sistemi hifi

Vorremmo richiamare l’attenzione di tutti i nostri graditi lettori su un argomento che ci sta molto a cuore.

Per prima cosa dobbiamo premettere che quando una persona degna di fede ci dice che fra due situazioni d’ascolto ha sentito delle differenze significative noi tendiamo a crederci.

Per seconda cosa vorremmo affermare che abbiamo potuto verificare più volte che tali differenze a volte sono reali e a volte immaginarie.

Dove per immaginarie intendiamo sensazioni realmente provate da chi ascoltava, ma dipendenti da variazioni di parametri non tenuti sotto controllo durante l’ascolto. Un esempio per tutti potrebbe essere il giudizio di confronto fra due sistemi car-audio ascoltati, magari pure nella stessa auto, ma una volta a motore spento ed un’altra a motore acceso… Per non parlare del livello di ascolto impostato nei due casi. Certo che si sentiranno differenze, fra i due suoni, e anche molto importanti, anche se nell’impianto non fosse cambiato assolutamente nulla… Basterebbe pensare alle variazioni nelle correnti circolanti e nella tensione di alimentazione, al diverso rumore di fondo, alle diverse sollecitazioni e vibrazioni varie su tutti gli elementi del nostro corpo, orecchie comprese, ma non solo.

Un altra cosa alla quale dobbiamo prestare la dovuta attenzione è che non esistono né sono mai esistiti due altoparlanti perfettamente uguali (ed abbiamo scritto “due altoparlanti”… Figuriamoci due casse…). Con tutte le conseguenze del caso. Ma anche che sentire due suoni uguali provenire da due casse ipoteticamente uguali, a causa sia di differenze oggettive che di differenze nella posizione reciproca casse, ambiente, ascoltatore, è “impossibile”.

A questo punto vorremmo concludere con una considerazione “filosofica” che riteniamo molto importante:

Ove si ascoltasse la stessa cassa nello stesso ambiente e nella stessa posizione e l’ascoltatore rimanesse immobile… Cambiando CD-Player, Cavi di collegamento, Finale, un Altoparlante (ad esempio un tweeter senza ferrofluido al posto di uno che ne sia dotato), componenti del filtro di crossover… E chi più ne ha più ne metta… Chi potrebbe sottoscrivere con il sangue e giurando sulla testa dei suoi figli che la risposta in frequenza dell’intero sistema che sta ascoltando, misurata in entrambe le condizioni a confronto a livello delle sue orecchie, non è mai mutata nemmeno di 0,1 dB su una qualsiasi ottava dello spettro delle frequenze riprodotte? (E mi rivolgo qui in modo particolare anche agli amici giornalisti che scrivono sulle riviste più importanti…)

E allora…?

Perché dovremmo andare a cercare tanto lontano a cosa sono dovute le differenze che avrò senza dubbio sentito, quando molti in tutto il mondo hanno già “dimostrato” senza ombra di dubbio che differenze di frazioni di dB su alcune parti dello spettro ascoltato sono senz’altro udibili…?

Casomai cerchiamo, invece, di scoprire quante volte tale tipo di differenze si è insinuato nelle nostre prove a confronto e ci ha fatto convincere di cose sbagliate… O no…?