Valvole VS stato solido

Buonasera Ing. Vacca,
scusi se la disturbo con questo quesito banale, ma leggo su molti siti internet e riviste, che gli amplificatori audio a valvole termoioniche, peraltro costosissimi, producono un suono migliore (caldo e pastoso così definito) degli amplificatori a transistor. Non ho mai ascoltato il suono prodotto da un apparecchio a valvole ma credo che se un segnale audio venga amplificato da una valvola piuttosto che da un transistor o circuito integrato non dovrebbe esserci differenza. Cosa ne pensa?

Cordiali saluti

Stefano Leonardelli (Milano)


“Caro Leonardelli,
Si rivolga a Renato Giussani.
Lui sa tutto in merito – io no.
Best,
Roberto Vacca”

Eccomi quindi a cercare di risponderle brevemente.

La sua ipotesi che fra un circuito a stato solido ed uno a valvole, a parità di funzione di trasferimento fra l’ingresso dell’elettronica ed i morsetti di ingresso del sistema di altoparlanti collegato, non dovrebbero esserci differenze nemmeno all’ascolto è corretta.

Purtroppo, però sulle “sensazioni soggettive” di ascolto influiscono molti fattori.

Intanto, avere due amplificatori, l’uno a stato solido ed uno a valvole, che esibiscano esattamente la stessa funzione di trasferimento, come appena definita, è praticamente impossibile.

A volte le differenze sono davvero minime e tali che, valutate secondo canoni tradizionali, potrebbero essere tranquillamente trascurate, ma oggi sappiamo che anche piccolissime variazioni della risposta in frequenza (quali quelle determinate da un differente fattore di smorzamento, ad esempio) sono facilmente udibili.

Che poi comportino un migliore ascolto degli ampli a valvole è tutto da dimostrare e comunque dipendono in modo quasi esclusivo dall’impedenza degli altoparlanti impiegati.

A questo si aggiunge la differenza nel modo di saturare, quando gli ampli siano portati a raggiungere la loro potenza massima, quantomeno nei picchi del segnale musicale (che, ricordiamolo, ha un fattore di cresta che raggiunge spesso e talvolta supera i 20 dB).

Inoltre si deve tener conto anche dei sempre presenti effetti psicoacustici e sinestetici.

All’atto pratico, sono molti gli audiofili (per lo più fra quelli meno correttamente informati) che preferiscono usare amplificatori a valvole, sia pure di potenza spesso inadeguata.

Da parte mia (pur disponendo anche di vari finali ed integrati a valvole) preferisco invece cautelarmi da ogni possibile problema impiegando un amplificatore professionale a stato solido da 500 Watt per canale (che nella mia sala di ascolto non satura “mai”), pilotandolo con un preamplificatore a stato solido di ottima qualità al di sopra di ogni sospetto.
Cordiali saluti,

Renato Giussani