Samsung compra Harman International Industries per otto miliardi di dollari

Nei giorni scorsi è stata annunciata l’acquisizione di Harman da parte del colosso coreano Samsung per una cifra stimata intorno agli 8 miliardi di dollari. Tutti i commentatori hanno sottolineato, a partire dalla nota fornita da Samsung stessa, che l’obiettivo principale di questa miliardaria operazione riguarda il settore automotive. Questo comparto vale il 65% dei ricavi annuali dell’azienda che si occupa della parte telematica di bordo, hardware e software, di assistenza alla guida e audio in più di 30 milioni di veicoli, prodotti da Volkswagen, BMW e Mercedes e Toyota Motor. Ha 26mila dipendenti, 7 miliardi di fatturato, portafoglio ordini fino al 30 giugno di 24 miliardi di dollari.

Certo, per noi audio-appassionati Harman è soprattutto musica, non possiamo dimenticare una storia che mette insieme Sidney Harman e Bernard Kardon dal 1953. HK ha prodotto per decenni apparecchi di riferimento nei sistemi di amplificazione, in particolare quella integrata, caratterizzati da alta capacità di corrente e registratori a cassette ultralineari nella risposta in frequenza. Nel tempo, quando nel frattempo il mercato cominciava a restringersi, ha acquisito il controllo di altri prestigiosi marchi, noti per la loro offerta complementare alla tradizione HK, come JBL e Infinity, fino a Mark Levinson, AKG, Lexicon e Soundcraft. Tutti nomi che qualunque appassionato avrebbe potuto mettere uno dopo l’altro nella costruzione di un impianto ideale.

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Harman è entrata in auto passando proprio attraverso l’audio, acquistando nel 1995 la tedesca Becker, marchio di assoluto prestigio per le sue elettroniche radioriceventi, considerate fra le migliori per le macchine più costose come le grandi berline tedesche, ma ugualmente installate come optional da Fiat e Maserati. La strategia del marchio è sempre la stessa, anche in macchina Harman non si ferma portando in casa il licensing automotive di Bang&Olufsen, Bowers & Wilkins e installando Mark Levinson sulle Lexus, il marchio premium di Toyota.

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In auto, dove pure la concorrente LG è in pista fornendo Nissan Renault e General Motors, oggi è veramente impossibile distinguere il confine fra audio, video e informazione. Samsung ha dunque deciso di entrare dalla porta grande evitando di fare scelte strategiche alla stregua di Apple. Non vuole proporsi come costruttore di veicoli (sebbene abbia acquisito alcune quote di BYD, colosso cinese delle auto elettriche) ma ha direttamente comprato tutto il necessario alla costruzione di un veicolo, al quale può aggiungere qualcosa, ad esempio gli schermi Amoled Samsung: “Harman si integra perfettamente con Samsung in termini di tecnologie, prodotti e soluzioni. L’unione delle nostre forze rappresenta una naturale estensione della strategia automotive che stiamo portando avanti da po’ di tempo”, ha detto il Vice Presidente Kwon Oh-hyun Samsung.

Nel comunicato ufficiale, però, si nomina anche il settore audio professionale, ignorato dai commentatori meno specializzati. La combinazione fra Samsung e Harman – ovvero soprattutto con JBL, Lexicon e Soundcraft – si concentrerà anche nel settore b2b, in parole povere nella fornitura di sistemi audio video integrati su larga scala come aeroporti, stadi e teatri come The John F. Kennedy Center for the Performing Arts e lo STAPLES Center di Los Angeles (proprio davanti al Microsoft Theater…). Sarà anche vero, quindi, che il grosso del business riguarda l’infotainment automobilistico ma Samsung si porta a casa, ammantandosi di un alone più multinazionale, 8.000 ingegneri software per sbloccare il potenziale della “internet delle cose”, un portafoglio di clienti gonfio, relazioni commerciali avviate e anche una bella fetta del meccanismo audiovideo alla base del mondo del lavoro e dello spettacolo.

 

 

Federico Rocchi

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